A proposito di... Respiratori e filtri.
Una domanda che ci viene posta frequentemente è : che durata hanno le mascherine antipolvere?
Innanzitutto è bene precisare che i sistemi filtranti, chiamati generalmente respiratori o filtri e che prendono il nome di "mascherine antipolvere" hanno una scadenza, anche se perfettamente conservate nella scatola originale. Sulle confezioni è possibile leggere l'etichetta con la data entro cui è necessario utilizzarle. Fino a tale data il produttore garantisce, se perfettamente conservate, le caratteristiche dichiarate. Successivamente le fibre di cui sono composte potrebbero perdere le proprietà filtranti, per esempio dilatando la porosità e quindi facendo passare impurità di dimensioni maggiori a quelle dichiarate. Per questo è importante effettuare questa verifica anche al momento dell'acquisto.
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I sistemi filtranti si distinguono in due macro categorie : filtri ad uso singolo e filtri intercambiabili per maschere.
La prima categoria è quella più utilizzata, la normativa (regolamento d.p.i. 2016/425) indica il tempo di utilizzo pari alla giornata lavorativa di 8 ore. Il dato, come tutti gli accorgimenti che riguardano i d.p.i. non è strettamente prescrittivo ma si riferisce al tempo massimo.
Significa che se il respiratore non conserva le sue caratteristiche peculiari entro tale periodo va sostituito immediatamente. Per esempio,se si sporca a causa di una manipolazione o a causa di un eccesso di inquinanti.
Nella seconda categoria i termini sono diversi e non sono descritti poiché dipende dalla concentrazione di inquinante e quindi nella velocità con cui un filtro si intasa. Come fare dunque per stabilirne la durata? Il metodo che banalmente è più utilizzato è la propria esperienza. Ogni ambiente di lavoro differisce da altri e ogni utilizzo è diverso, ne consegue che le variabili che determinano l'intasamento, e quindi la durata, dipendano da molti fattori e non sempre ascrivibili nell'osservazione oggettiva.
Nel caso dei filtri intercambiabili consigliamo sempre di inserire un prefiltro che normalmente ha un costo nettamente inferiore al filtro e che permette a quest'ultimo un periodo di vita maggiore e quindi una migliore protezione
Un ulteriore consiglio che forniamo è l'identificazione del fattore di rischio. Abbiamo inserito delle tabelle (fornite dalla 3M) che identificano i più frequenti fattori di rischio e relativi filtri consigliati.
Facciamo notare che una maggiore protezione sui solventi, per esempio, non è sinonimo di copertura per polveri quindi è indispensabile valutare, in collaborazione col proprio consulente R.S.P.P. il d.p.i. più idoneo e consultando attentamente la sezione 8 della scheda di sicurezza del prodotto inquinante in cui è riportato il modello di filtro da utilizzare.
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In questo articolo non ci soffermeremo sui vari modelli e tipologie di filtri, per questo rimandiamo alla tabella e ad eventuali domande specifiche che ci vorrete inoltrare indicando esattamente il tipo di sostanza da cui vorreste proteggere le vie respiratorie.
Continuiamo con qualche ulteriore suggerimento in merito alle modalità di conservazione e utilizzo.
Una buona prassi è quella di conservare le maschere in gomma all'interno di un sacchetto per evitare che la polvere presente nell'ambiente o il semplice contatto con mani e superfici sporche ne pregiudichi la durata.
Ulteriore elemento di incompatibilità con i filtri è un'eccessiva umidità che va il più possibile evitata. Quella generata dal respiro è normalmente espulsa dalla valvola di espirazione presente in tutte le maschere in gomma (o silicone) e in moltissime del modello monouso.
L'efficienza delle maschere va verificata ad ogni utilizzo provando la tensione degli elastici, verificando la perfetta aderenza col volto (attenzione alle barbe!) e non ultime per ordine d'importanza, delle guarnizioni che fanno tenuta coi filtri.
Come sempre il buon senso e la scelta di un prodotto di QUALITÀ CERTIFICATA da aziende (come la 3M) note per l'alto senso di responsabilità professionale e sociale, completano il quadro che riguarda la scelta e la corretta gestione di questi importati protettori delle vie respiratorie.
Chiudiamo con una curiosità che riguarda in particolare chi salda, categoria che presumiamo di conoscere abbastanza bene. In uno studio di laboratorio della 3M è stato simulata la respirazione di fumi di saldatura senza protezione per il periodo corrispondente ad un anno di lavoro. Il risultato è stato l'accumulo di polveri metalliche aventi il volume corrispondente ad un vasetto di yogurt!
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2 commenti
Alessandro Dose
La data di scadenza è indicata sulla confezione.
Maria valvo
Quanti anni si possono conservare le mascherine monouso non utilizzate?